Trattamento coadiuvante di tutte le forme di parkinsonismo (morbo di Parkinson, sindrome parkinsoniana post–encefalitica, sindrome parkinsoniana arteriosclerotica, sindrome extrapiramidale da neurolettici). Il dosaggio più appropriato ad ogni singolo caso potrà venire stabilito soltanto dal medico. 2 mg compresse In genere si inizia il trattamento con ½ compressa 2 volte al giorno, aumentando tale dose progressivamente sino a 1 compressa 3 volte al giorno. Quest’ultima verrà mantenuta per qualche giorno. Si continuerà poi ad aumentare lentamente la dose finché non si riesce più ad ottenere un ulteriore miglioramento. Dopodichè si riduce gradatamente la dose sino a che non si manifesta di nuovo un peggioramento dello stato morboso. La dose ottimale si trova pertanto fra quella massima raggiunta e la dose che aveva causato il nuovo peggioramento. Essa varia, a seconda del caso, da ½ compressa 3 volte al giorno sino a 2 compresse 5 volte al giorno. Se i pazienti non soffrono di intensa scialorrea, il preparato va somministrato dopo i pasti, altrimenti durante i pasti. 4 mg compresse a rilascio prolungato In genere si inizia il trattamento con AKINETON 2 mg Compresse aumentando gradualmente fino al raggiungimento del dosaggio più favorevole; quindi si passa alla somministrazione di AKINETON 4 mg Compresse a rilascio prolungato. La dose media è di 1 – 2 fino a 3 compresse a rilascio prolungato da 4 mg distribuite nel corso della giornata. Se i pazienti non soffrono di intensa scialorrea, il preparato va somministrato dopo i pasti, altrimenti durante i pasti. Le frequenze riportate di seguito sono quelle utilizzate come base per la valutazione degli effetti indesiderati. molto comune (≥1/10) comune (≥1/100, <1/10) non comune (≥1/1.000, <1/100) raro (≥1/10.000, <1/1.000) molto raro (<1/10.000) non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Gli effetti indesiderati possono verificarsi in particolare all’inizio del trattamento e se il dosaggio viene aumentato troppo rapidamente. A causa del numero non noto di pazienti, la percentuale di frequenza degli effetti indesiderati registrati spontaneamente non può essere determinata con esattezza. Infezioni ed infestazioni Non nota: parotite. Disturbi del sistema immunitario Molto raro: ipersensibilità. Disturbi psichiatrici Raro: a dosi elevate possono verificarsi eccitazione, agitazione, paura, confusione, sindromi da delirio, allucinazioni, insonnia. Effetti di eccitazione centrale sono frequentemente osservati nei pazienti che hanno sintomi di una carenza cerebrale e possono richiedere una diminuzione del dosaggio. Ci sono state segnalazioni di sonno REM ridotto temporaneamente (fase del sonno caratterizzata da rapidi movimenti oculari), caratterizzato da un aumento del tempo necessario per raggiungere questo stadio e una diminuzione della percentuale nella lunghezza di questa fase nel sonno totale. Molto raro: nervosismo, euforia. Patologie del sistema nervoso Raro: affaticamento, capogiri e disturbi della memoria. Molto raro: cefalea, discinesia, atassia e disturbi dell’uso della parola, predisposizione maggiore alle crisi convulsive e cerebrali. Patologie dell’occhio Molto raro: disturbi dell’accomodazione, visione indistinta, ipertensione oculare, midriasi e fotosensibilità. Potrebbe verificarsi glaucoma ad angolo chiuso (controllo della pressione intraoculare). Patologie cardiache Raro: tachicardia. Molto raro: bradicardia. Patologie gastrointestinali Raro: secchezza della bocca, nausea, disturbi dello stomaco. Molto raro: costipazione. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto raro: sudorazione ridotta, eruzione allergica. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Molto raro: contrazione muscolare. Patologie renali e urinarie Molto raro: disturbo dello svuotamento vescicale, specialmente nei pazienti con adenoma prostatico (riduzione della dose), più raramente: ritenzione urinaria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Raro: sonnolenza. Eventuali disturbi gastrici possono essere evitati somministrando AKINETON 2 mg compresse durante o dopo i pasti. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili. Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Glaucoma acuto, stenosi meccanica del tratto gastrointestinale, megacolon, atonia intestinale e sindromi da ritenzione urinaria. Generalmente controindicato in gravidanza e nell’allattamento (vedi p. 4.6). Generalmente controindicato in età pediatrica (vedi p. 4.4). La somministrazione di AKINETON in combinazione con altri farmaci psicotropi anticolinergici, farmaci antiparkinsoniani e antispastici può potenziare gli effetti collaterali centrali e periferici. La contemporanea assunzione di chinidina può potenziare l’effetto anticolinergico, specialmente per quanto riguarda la conduzione atrioventricolare cardiaca. La somministrazione simultanea di L–Dopa e AKINETON può accentuare la discinesia. I sintomi parkinsoniani in presenza di una discinesia tardiva sono talvolta così gravi da imporre la continuazione della terapia anticolinergica. I farmaci anticolinergici possono accentuare gli effetti collaterali della petidina sul sistema nervoso centrale. L’azione della metoclopramide e di farmaci similari sul tratto gastrointestinale è antagonizzata da AKINETON. Non essendone ancora stata stabilita la sicurezza, se ne sconsiglia l’uso nei pazienti in età pediatrica. A causa di un possibile incremento del ritmo cardiaco, in pazienti con infarto cardiaco recente, AKINETON può essere prescritto solo sotto stretta sorveglianza della frequenza cardiaca. Usare con cautela in pazienti con aritmie cardiache o ipertrofia prostatica, in quest’ultimo caso AKINETON può determinare disturbi della minzione (in tali casi si raccomanda la diminuzione della dose); più di rado una ritenzione urinaria (in questo caso si consiglia come antidoto carbacolo). La sostituzione di altri preparati con AKINETON 2 mg Compresse, AKINETON 4 mg Compresse a rilascio prolungato viene generalmente effettuata solo progressivamente, diminuendo cioè lentamente la dose del farmaco precedentemente usato ed aumentando nel contempo gradatamente la dose di AKINETON. Anche la sospensione del trattamento con AKINETON 2 mg Compresse, AKINETON 4 mg Compresse a rilascio prolungato va effettuata gradatamente. Come per tutti i farmaci ad azione centrale, durante il trattamento con AKINETON deve essere evitato il consumo di bevande alcooliche. Come dimostrano i risultati di esperimenti animali, i farmaci anticolinergici ad azione centrale come AKINETON possono aumentare la tendenza alle convulsioni; di ciò occorre tener conto nella gestione di persone predisposte. Non essendone ancora stata stabilita la sicurezza, se ne sconsiglia l’uso in gravidanza e nelle donne che allattano. Non è nota la quantità di biperidene secreta con il latte materno. Categoria farmaco terapeutica: Antiparkinsoniani. Codice ATC: N04AA02. Il biperidene ha una spiccata azione anticolinergica centrale che si distingue nel suo meccanismo d’azione dagli altri farmaci antiparkinsoniani di sintesi. Tale proprietà farmacologica trova utile applicazione in clinica nel risolvere specificatamente la rigidità muscolare conseguente a disregolazione del sistema extrapiramidale. Un effetto clinico favorevole lo si osserva anche sugli altri sintomi del morbo di Parkinson. L’attività anticolinergica periferica è considerevolmente inferiore a quella dell’atropina, infatti l’impiego di biperidene si associa ad una scarsa incidenza di effetti secondari parasimpaticolitici. A differenza della L–Dopa, biperidene, grazie al suo antagonismo per l’acetilcolina a livello centrale, esplica un’azione inibitrice molto pronunciata sugli effetti collaterali di tipo extrapiramidale determinati da terapie con psicofarmaci (specialmente neurolettici). I risultati ottenuti nell’uomo indicano che biperidene nelle formulazioni orali è rapidamente e pressoché completamente assorbito nel tratto gastrointestinale. Dopo assunzione di 4 mg di biperidene in compresse a rilascio istantaneo (AKINETON), la concentrazione plasmatica del farmaco segue una cinetica bicompartimentale con un picco di concentrazione massima (Cmax) di 4,1±0,9 ng/ml e un tempo di picco (Tmax) compreso tra 0,5–2 h; dopo questo incremento si osserva un declino della concentrazione plasmatica con una fase di distribuzione iniziale rapida (t½α=1,5 h) seguita da una fase di eliminazione terminale più lenta (t½β=21±3,1 h). Dopo l’assunzione di 4 mg di biperidene nella formulazione a lento rilascio (AKINETON 4 mg Compresse a rilascio prolungato) si osserva un primo picco plasmatico (0,41–1,44 ng/ml) dopo 2–6 h seguito da un secondo picco, quello principale (Cmax=0,59–2,17 ng/ml) dopo 10–12 ore (Tmax). Le AUC0–24h delle due formulazioni in compresse sono sovrapponibili (AUC Akineton = 16,7±4,7 ng/mlxh; AUC0–24h AKINETON 4 mg Compresse a rilascio prolungato = 15,4±6,5 ng/mlxh). Per quanto riguarda AKINETON 4 mg Compresse a rilascio prolungato, il profilo della curva delle concentrazioni sieriche del farmaco dimostra la persistenza in circolo di concentrazioni efficaci anche dopo 8 ore. A 24 h dall’assunzione di 4 mg di biperidene in formulazione compresse a lento rilascio, la concentrazione plasmatica (circa 0,5 ng/ml) è approssimativamente due volte quella determinata dall’assunzione di compresse a rilascio istantaneo. Dopo 48 ore dall’assunzione, le concentrazioni plasmatiche sono al limite del livello di rilevazione, per entrambe le formulazioni compresse. Biperidene possiede un elevato volume apparente di distribuzione (Varea=24±4,1 l/kg), indice di una marcata penetrazione tissutale, mentre l’elevata clearance (11,6±0,8 ml/min/kg) riflette l’estesa eliminazione per via metabolica dato che non si rileva biperidene immodificato nelle urine. Biperidene viene metabolizzato per idrossilazione. L’identificazione dei singoli metaboliti evidenzia che in circa il 60% della dose somministrata viene idrossilato il solo anello biciclico eptenico, il restante 40% presenta un gruppo OH nella parte piperidinica della molecola.
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